Perché parlare di “rischio fiscale”?…
Perché l’azienda “onesta” dovrebbe preoccuparsi di investire risorse (persone e mezzi) nel prevenire e monitorare il rischio di comportamenti non conformi alla disciplina fiscale?
La risposta è quanto mai semplice ed immediata: perché oggi la corretta gestione del rischio fiscale rappresenta anch’essa elemento di “efficienza” dell’impresa e del suo management aziendale.
Non va dimenticato, infatti, il rilevante impatto sia dell’attività di controllo, sia dell’attività di accertamentodelle violazioni di carattere tributario, questo sotto vari profili, non solo di carattere giuridico (amministrativoe penale) ma anche di carattere economico e di danno all’immagine.
A questo si aggiunge un aspetto da non sottovalutare: l’evoluzionedella disciplina della collaborazione fiscale tra Stati (Direttiva Ue 2015/2376), con previsione di scambi, anche automatici, di informazioni sui Contribuenti dei vari Paesi,con maggiore trasparenza nei rapporti tra Fisco e Contribuente.
Di qui l’introduzione normativa (Dlgs. 128/2015, art. 3 e successivi Decreti attuativi) di forme di comunicazione e cooperazione rafforzata tra contribuenti e amministrazione finanziaria, per ora prevista per i soggetti di maggiori dimensioni ma che, proprio per le caratteristiche di efficientamento e miglioramento del sistema di gestione, è opportuno si estenda (con i dovuti adattamenti) anche a soggetti di minori dimensioni.
Tale forma di cooperazione si riassume nei termini di “compliance fiscale” (Legge 23/2014, art. 6) o “adempimento collaborativo”.
Operatività aziendale: autovalutazione e monitoraggio del rischio fiscale
Tale profilo richiede un percorso di adattamento interno all’azienda, adattamento che presuppone un sistema di rilevazione, misurazione, monitoraggio e gestione del rischio fiscale tale da consentire un’autovalutazione preventiva ed un monitoraggio dei rischi, cui corrisponde una più efficiente gestione internanonché un controllo dei rischi patrimoniali e reputazionali connessi al corretto adempimento degli obblighi fiscali.
In questa logica di sistema, dunque, la gestione del “rischio fiscale” presuppone una prima indagine conoscitiva delle aree a rischio, una verifica circa la correttezza delle procedure fiscali adottate dall’azienda, un eventuale assestamento delle stesse, con valutazione di percorsi di spontanea regolarizzazione fiscale in quanto ritenuti utili e/o necessari a ridurre gli effetti di un eventuale controllo da parte dell’Amministrazione Finanziaria. Questo è oggi possibile facendo ricorso a legittimi strumenti normativi volti ad eliminare le irregolarità eventualmente commesse usufruendo di un regime sanzionatorio ridotto (Legge 23/2014, Art. 13), dimostrando così un comportamento trasparente, collaborativo e rispettoso della normativa tributaria.
Ma non basta. Un sistema di rilevazione aziendale improntato alla prevenzione del “rischio fiscale” consente non solo di monitorare le procedure sotto il profilo della loro rispondenza alla normativa, ma altresì di evidenziare quelle situazioni che, in quanto particolarmente complesse, meritano di far ricorso alla procedura di interpello (Legge 212/2000, Art. 11) recentemente modificata e rinnovata dal legislatore, rendendola maggiormente fruibile dai Contribuenti e, in particolare, dalle aziende.
Verso un nuovo modello di business aziendale: analisi preventiva del rischio fiscale
Ecco che, in un quadro evolutivo di “compliance fiscale”, l’introduzione dell’autovalutazione del “rischio fiscale” nel modello di business aziendale costituisce un’opportunità organizzativa i cui effetti si potranno rilevare non solo in termini di efficienza specifica, ma anche in termini di riduzione degli effetti negativi legati all’attività di accertamento e controllo da parte dell’Amministrazione Finanziaria, diventando così un importante strumento di prevenzione.
Alla luce delle considerazioni esposte lo Studio Pradolini rimane a disposizione, con la propria competenza ed esperienza in ambito di assistenza e consulenza tributaria, al fine di una adeguata gestione del rischio fiscale nelle aziende.